Patrizia Mirigliani ospite di NewzGen per parlare di “Miss Italia non deve morire”
«Miss Italia, un gigante da traghettare nel futuro»: intervista a Patrizia Mirigliani dopo il docufilm Netflix
Patrizia Mirigliani, patron di Miss Italia, ospite del programma Newzgen, ha affrontato con sincerità e determinazione le polemiche scaturite dal recente docufilm Netflix dedicato al concorso di bellezza più famoso d’Italia. Luci, ombre, polemiche, e soprattutto il ruolo della donna nella società contemporanea sono al centro di una conversazione intensa e ricca di spunti.
Patrizia, perché hai deciso di partecipare a questo docufilm, che inevitabilmente avrebbe portato anche polemiche?
«Quando mi hanno contattata mi hanno detto chiaramente: “Patrizia, non sarà una celebrazione, sarà la verità”. E io non ho avuto paura, perché credo che oggi la verità sia sempre una scelta giusta. Netflix ha un taglio particolare, va in cerca di luci e ombre, ma questo non mi ha spaventata. È giusto che si parli di Miss Italia, delle sue evoluzioni e contraddizioni. Mi piace raccontare anche le difficoltà, perché questo concorso, che ha 86 anni di storia, riflette inevitabilmente l’evoluzione della società e del ruolo della donna».
A proposito di luci e ombre, nel documentario emerge chiaramente la tua lotta contro un mondo ancora profondamente maschilista. Come hai vissuto questo contrasto?
«Quando ho ereditato Miss Italia da mio padre, lui mi chiese: “Sei abbastanza forte?”. All’inizio non capivo, poi mi è diventato chiaro. Mi sono trovata ad affrontare resistenze incredibili, soprattutto da parte degli uomini che lavoravano da anni nel concorso, abituati a un certo schema. Il fatto che a capo di Miss Italia ci fosse una donna sembrava quasi un affronto. Eppure, una donna a capo di un concorso femminile dovrebbe essere vista come una tutela, non come una minaccia. In questi anni ho combattuto per proteggere le ragazze dai preconcetti e dalle aspettative maschiliste».
Hai eliminato il bikini dal concorso, una scelta discussa. Non hai paura che questa decisione possa snaturare il format?
«È un dilemma che mi accompagna da sempre. Mi sono chiesta spesso se, nel tentativo di accontentare tutti, stessi snaturando Miss Italia. Il bikini non l’ho tolto per fare la bacchettona, ma per proteggere le ragazze. Tuttavia, sembra che qualsiasi cosa faccia una donna, sbagli. Siamo continuamente esposte al giudizio, mentre gli uomini fanno tranquillamente i concorsi di bellezza senza polemiche. Questa ipocrisia è il vero problema».
Nel documentario colpisce molto il percorso di Aurora, una ragazza che rappresenta un tipo diverso di bellezza rispetto ai canoni classici. Aurora dice di essersi sentita usata: tu come rispondi?
«Aurora non è stata usata. Anzi, è diventata un simbolo, un volto moderno che rompe i cliché. Il concorso può dare una seconda chance a ragazze particolari che magari non vengono comprese immediatamente. È successo anche con lei, che però poi non è arrivata fino in fondo, non per scelta mia, ma della giuria. Miss Italia è trasparente, io non decido le vincitrici».
In questo contesto, qual è il futuro di Miss Italia? Si parla molto anche di un ritorno in televisione…
«Il futuro lo immagino in televisione, perché Miss Italia è un evento popolare che ha bisogno della televisione. Non mi fermo mai, non mi sono fermata neppure durante il Covid, e non mi fermerò neppure se questa possibilità non dovesse concretizzarsi subito. Cerco continuamente nuove formule per dare visibilità a un concorso che è storia d’Italia, che parla delle donne italiane e che ha sempre valorizzato la loro personalità, non solo la bellezza esteriore».
Tuo figlio Nicola potrebbe raccogliere questa eredità?
«Nicola ha vissuto un percorso complicato, diverso da quello che emerge nel documentario. Oggi è molto maturato, ha acquisito consapevolezza, ma essere il patron di Miss Italia non è un’eredità automatica. Bisogna partire dal basso, fare esperienza. Io stessa ho iniziato facendo la segretaria di mio padre. Se Nicola avrà la volontà, sono pronta a supportarlo, sperando di esserci ancora a lungo per poterlo accompagnare».
In conclusione, Patrizia, che tipo di futuro immagini per Miss Italia?
«Miss Italia continuerà a essere un luogo di riflessione, non solo di bellezza. Vorrei che rappresentasse veramente tutte le donne italiane, da Nord a Sud, mostrando quanto sia variegata e complessa la nostra idea di bellezza. La bellezza non è mai una colpa, è un’emozione che deve parlare non solo agli occhi, ma soprattutto al cuore e alla mente delle persone».